“Un panorama che mostra una filiera dell’olio d’oliva dove, al netto del deciso calo di produzione, dovuto agli eventi climatici, avvenuto nel 2016, permangono numeri che da una parte testimoniano il ruolo di primo piano giocato dall’Italia, dall’altra evidenziano la necessità di ampliare il numero delle aziende, sono 825.201 in tutto, potenzialmente competitive sul mercato interno e internazionale: si attesta intorno al 37% infatti la quota di aziende olivicole italiane in grado di reggere la competitivita’ del mercato”, sottolinea l’Ismea, istituto di servizi per il mercato agricolo e alimentare, che ha reso note le proprie stime relative alla produzione nazionale di olio di oliva nel 2017 la quale, secondo l’istituto, si attesta a 320mila tonnellate.
“Nel frattempo aumenta la dimensione media aziendale, mentre permane la frammentarieta’ della produzione, che emerge anche dal numero di frantoi, 4500: basti considerare che in Spagna il numero di frantoi oscilla tra 1600 e 1700”, prosegue l’istituto, evidenziando che “nello stesso tempo occorre dire che il gran numero di frantoi, se da un lato aumenta i costi del sistema, dall’altro potrebbe rappresentare garanzia di qualita’.
La prossimita’ del frantoio al luogo di produzione assicura la molitura entro le 24 ore, requisito essenziale per la qualita’”. “Per quanto riguarda gli oli di qualita’ riconosciuti in Unione europea, quasi il 40% e’ rappresentato da marchi italiani, pari a 46 prodotti a denominazione, di cui 4 igp. Seguono Grecia e Spagna con 29 riconoscimenti a testa. Infine, il biologico copre il 21% dell’intera superficie olivicola italiana”, conclude l’Ismea.
Fonte: www.agrapress.it
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