Sì, l’olio di palma è dannoso per l’ambiente. Le cifre che si leggono sono spesso diverse, ma l’aumento della sua produzione sta certamente contribuendo alla distruzione di grandi fette di foresta, soprattutto in Indonesia e Malesia, i due maggiori produttori. Global Palm Oil Production indica una crescita della produzione del 9,6% solo nell’ultimo anno. Gli ettari di terreno coltivato sono almeno raddoppiati (alcuni dicono triplicati) in dieci anni, per la maggior parte a scapito delle foreste. Ogni anno si stima che in Indonesia un milione di ettari di foresta venga distrutto, anche se non sempre serve a fare posto piantagioni di palma da olio. Tra l’altro, le foreste vengono bruciate, emettendo nell’ambiente enormi quantità di gas serra. Solo nel 2010 la deforestazione dell’isola del Borneo ha prodotto 140 milioni di tonnellate di CO2.
La discussione attorno all’olio di palma si svolge essenzialmente attorno a due grandi temi:
- l’impatto sulla salute dei consumatori
- l’impatto su ambiente e popolazioni locali.
Per quanto riguarda le questioni legate alla salute, il parere della comunità scientifica è ancora poco chiaro, anche perché alcune review scientifiche (ossia raccolte di articoli) e diversi studi ad ampio raggio, come l’ultimo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), assimilano l’olio di palma ad altri grassi animali, come il burro, che hanno impieghi simili nell’industria alimentare e proprietà (positive e negative) analoghe. In sintesi, secondo l’autorità sanitaria l’olio di palma non farebbe più male di alcuni grassi animali, o di altri prodotti, e quasi certamente non è correlabile al cancro o al rischio di malattie cardiovascolari. La palma da olio (Elaeis guineensis) è una delle specie vegetali coltivate a più rapida espansione degli ultimi decenni, ed è una vera e propria macchina per fare soldi. La produzione corrisponde al 65% degli oli vegetali commerciati nel mondo, e l’area coltivata dai due maggiori produttori, Indonesia e Malesia, è raddoppiata dal 1995 al 2005.
FocuS
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