Era nato un mercato parallelo di finto olio extravergine a basso costo tra Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna. Dopo un anno di indagini i Carabinieri del Nas di Firenze e la sezione di polizia giudiziaria dei militari di Pistoia, coadiuvati da militari dei Comandi Provinciali nonché da personale dell’ufficio repressione frodi del ministero dell’Agricoltura, su delega della Procura di Pistoia, hanno scoperchiato una nuova truffa.
Né il giro d’affari né la diffusione dei prodotti adulterati è allarmante. Si tratta di 2500 litri di olio di oliva ai quali mancava qualsiasi riferimento per la tracciabilità. Sono stati apposti i sigilli a due delle aziende sotto indagine e a un garage, tutti tra Toscana e Lazio.
Qui, sostengono gli inquirenti, venivano compiute le operazioni clandestine di contraffazione e imbottigliamento. Nelle bottiglie d’olio sequestrate sono stati rinvenuti clorofilla e betacarotene.
Sono stati sequestrati anche 5mila litri di olio conservati in alcuni silos, 73 kg di clorofilla e 4 barattoli di betacarotene. Il tutto per un valore di circa 500mila euro. Non è allarmante per la salute pubblica nemmeno l’adulterazione in sé, in quanto né la clorofilla né il betacarotene sono sostanze tossiche o nocive. Erano impiegate solo come coloranti. Non è allarmante nemmeno per la fiducia dei consumatori verso le loro marche preferite: i prodotti, infatti, erano destinati a ristoranti oppure al commercio porta a porta, ma non ai
supermercati, né a grandi aziende olearie.
In questo caso l’olio di semi, una materia prima indefinita, dalle origini sconosciute e irrintracciabili, incolore e insapore, veniva addizionato con betacarotene e clorofilla acquistate dall’organizzazione anche all’estero, in Spagna e in Maghreb, poi passati alle aziende compiacenti che provvedevano a colorare gli
oli, imbottigliarli e distribuirli.
Come difendersi e riconoscere il vero extravergine
Diffidare dell’olio extravergine d’oliva venduto a prezzi che non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive.
Tranne che nel caso di promozioni commerciali e offerte speciali a tempo, è difficile che un olio extravergine d’oliva possa essere venduto al dettaglio a meno di 6 euro al litro.
Fragranza, gusto e odorato. E’ un controllo che si può fare solo dopo l’acquisto. Ma è importante riuscire ad apprezzare la fragranza, il gusto lievemente amarognolo o piccante, il profumo dell’olio. Le adulterazioni e le falsificazioni riguardano sempre e solo l’aspetto e il colore del prodotto, ma non potranno mai replicare le qualità organolettiche.
Affidarsi a marche riconosciute, con etichette loquaci. L’ideale è che specifichino in etichetta con grande trasparenza e abbondanza di dettagli l’origine delle olive, il metodo di spremitura, l’utilizzo di cultivar particolari
e ben individuate o addirittura la regione di produzione, con simboli di consorzi locali di tutela, o Dop. Maggiori sono le informazioni in etichetta, maggiori gli indizi di atteggiamento onesto e trasparente da parte del produttore.
Scegliere prodotti da agricoltura biologica. I disciplinari sono molto rigorosi sia sul metodo di coltivazione delle olive, sia sui metodi di produzione. Ai controlli di legge si sommano i controlli degli enti certificatori
terzi, sia sul campo che negli stabilimenti, ulteriore garanzia di genuinità e veridicità.
Le reazioni alle indagini dei Nas
Proteggere le aziende sane. “L’economia dell’inganno strangola l’agricoltura italiana: solo all’olio extravergine d’oliva le truffe e le sofisticazioni causano danni per 1,5 miliardi di euro l’anno. La presenza di oli lampanti e deodorati venduti a cifre irrisorie è diventata un dramma per i nostri agricoltori perché determinano il crollo dei prezzi delle olive, con conseguenze gravissime sui redditi degli olivicoltori. Ecco perché è sempre più indispensabile proteggere le aziende sane del nostro paese, e usare ‘tolleranza zero’ verso i pirati dell’olio, aumentando i controlli e inasprendo sanzioni e pene”.
– Giuseppe Politi, presidente della
Cia-Confederazione italiana agricoltori
In arrivo una nuova legge
“Sono prima firmataria insieme al presidente Paolo Scarpa Bonazza Buora (Pdl) del disegno di legge bipartisan
sull’olio d’oliva, che attualmente è in discussione nella Commissione Agricoltura del Senato. Da relatrice dico che il provvedimento può essere approvato entro giugno. Si tratta infatti di un testo, condiviso con le associazioni del settore, che prevede un’etichettatura più chiara, leggibile e trasparente, l’inasprimento delle pene per i delitti di
contraffazione, l’attribuzione di maggiore valore legale ai panel test, la maggiore tracciabilità delle miscele”.
– Sen. Colomba Mongiello, ufficio di
Presidenza del Senato
Sergio Marini, presidente Coldiretti
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