Siamo ad un passo dall’ora “X”. Se in Sicilia qualche oliva comincia ad essere raccolta, a salire piano piano lungo la penisola, ci si sta preparando. Le piogge di quest’ultima decina di giorni, dove non hanno fatto danni gravi, hanno mitigato le conseguenze della siccità.
Un esempio dall’Umbria, dove mediamente cadono 800mm di pioggia all’anno, e le statistiche segnano a 300mm l’area desertica, bene in Umbria, al 10 di settembre ne erano caduti solo 150mm. E gli oliveti? Un disastro da un lato, belli floridi dall’altro. La differenza l’ha fatta tutta l’irrigazione.
Attenzione, però, perché non basta dire irrigazione. Al sud, in molti casi, è stata sufficiente un’irrigazione di soccorso. Al centro-nord l’irrigazione è dovuta cominciare a maggio/giugno e proseguire fino agli inizi di settembre.
Quest’anno, anche per il mercato delle olive, la differenza starà qui: olive irrigate, belle, con rese buone e qualità ottime (frantoiano permettendo); olive non irrigate, piccole, con poco olio e alto rischio di secco/legno (salvo miracoli del frantoiano).
Nell’area olivicola per eccellenza, dove si fa il mercato delle olive, troviamo tutto il buono e tutto il brutto d’Italia.
Il 50% degli oliveti sono irrigui, il 50% no.
Non ci dovrebbe essere penuria di olive da Bari a Foggia, quindi né di Coratina né di Peranzana.
Il problema, semmai, è: quale qualità? A quale prezzo?
Partiamo dall’ultima domanda: il prezzo ancora non è fatto, anche se si racconta che alcuni, precocissimi imprenditori di qualche altra regione italiana, si siano preoccupati di fissare già a giugno un prezzo delle olive sulla pianta, cui aggiungere la raccolta. Si tratta di pochi casi e si parla di prezzi fino a 80 euro/quintale. Si sa, però, che una rondine non fa primavera.
Il vero prezzo delle olive, come ci confidano i commercianti interpellati, verrà fuori solo tra un mesetto, in coincidenza con le prime vendite, quando si sapranno anche le prime rese di quest’anno. Perchè, inutile girarci intorno, anche la resa fa il prezzo dell’oliva.
Molto più complicato parlare di qualità. Il timore è che, nell’ammasso della raccolta quotidiana, le belle olive raccolte da un oliveto irrigato, possano finire sopra quelle non irrigue, che ben poco olio potranno dare. Un modo per cercare di livellare il mercato, senza creare tensioni sui piazzali.
Poi vi è un altro problema segnalato: i trattamenti preventivi contro la mosca. In un’annata di penuria di olive e d’olio chi le ha le vuole preservare e ha effettuato trattamenti contro attacchi tardivi. Questo significa che, per legge, non potrà raccogliere fino a oltre la metà di ottobre ma potrebbe essere tentato, se i prezzi fossero molto remunerativi.
Sarà quindi un anno complicato, sotto numerosi punti di vista.
Una campagna da vivere con quattro occhi ben aperti.
M. P.
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