Xylella: la mappa degli alberi infetti

Da lunedì primo maggio scatteranno i controlli dei carabinieri forestali che verificheranno se sono state eseguite nelle aree indicate le misure fitosanitarie di contrasto alla diffusione del batterio killer degli ulivi. Basta guardarsi intorno per capire quanto le cosiddette buone pratiche non siano state rispettate sia dai privati ma soprattutto dal pubblico. Eppure il territorio manduriano, come siamo in grado di dimostrarvi, è già circondato dalla temibile malattia che si trasmette per vicinanza da pianta a pianta. Dai dati ufficiali, i più recenti, del Dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università di Bari, a Manduria la Xylella ha già infettato alberi di ulivo nelle contrade Cicella, Inforcata, Meschinella e Archignano. Il risultato che vi forniamo in esclusiva, è dato dagli esiti degli esami di laboratorio effettuati sui campioni prelevati dal personale incaricato che da settimane sta mappando la zona prima di far scattare le temutissime e contrastate misure dell’espianto a raggera, vale a dire tutto intorno all’albero infetto anche sino a centinaia di metri di distanza. 

La Regione Puglia da parte sua ha disposto le misure per contrastare il fenomeno. In tutti i terreni, agricoli ed extra-agricoli, nelle aree urbane, pubbliche e private, dovranno essere eseguite le azioni di controllo meccaniche del vettore, consistenti in lavorazioni superficiali, oppure trinciatura ed interramento della vegetazione spontanea. Sono previste multe fino a 1000 euro, con l’addebito delle spese per chi non si sarà adeguato.

Critiche per l’inefficacia di queste misure sono state sollevate da diversi esponenti politici regionali.  Così ad esempio la consigliera regionale di Forza Italia, Francesca Franzoso, di Torricella. «Da Vendola ad Emiliano – dice -, si è rincorso il populismo spicciolo senza assumere un atteggiamento di responsabilità, che avrebbe imposto di far riferimento alla comunità scientifica – e non a qualche sostenitore di teorie strampalate e destituite di fondamento – per affrontare una vera e propria calamità come la Xylella. Se la politica avesse prestato il braccio alla scienza – prosegue Franzoso – non si sarebbe innescata la caccia ai fantasmi. Se lo avesse fatto anche la magistratura nessuna assurda inchiesta si sarebbe aperta. Ancora oggi , nella vicenda Xylella – conclude – c’è chi urla al complotto. Oggi queste credenze politico-giudiziarie, sono state spazzate via dai dati mostrati nelle relazioni dei professori Bucci e Martelli (i relatori intervenuti all’incontro di ieri, ndr): é indiscutibile la relazione tra xylella e disseccamento degli ulivi».

Nazareno Dinoi  (Ha collaborato Emilio Distratis)

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