L’olio d’oliva, sigillo della “ Diaita ” Mediterranea

Diaita Mediterranea

Che abbia a che fare con il termine greco “ diaita ”, che significa “stile di vita”, o col latino “dies”, ovvero “giornata”, una cosa è certa: la dieta non è solo un gesto riparatore, rimedio agli eccessi festivi o mesto tentativo privo di gusto di perdere i chili di troppo. Non potendo concentrarsi su un benessere globale (d’altronde della triade di corpo, anima e spirito non rimane oggi che il corpo, per giunta impigrito dalla sedentarietà e dal “tutto-a-portata-di-click”), la modernità ha dovuto rassegnarsi a un approccio riduzionistico. La ricerca di un’armonia cosmica dell’uomo ha ceduto il posto a una meno ambiziosa igiene cosmetica (che del “cosmo” ha solo l’etimologia), così come la “diaita”, stile di vita fondato su un delicato scambio quotidiano con le energie del mondo, è stata sostituita da una ricerca affannosa di prodotti dietetici e dimagranti, utili più che altro a smaltire i sensi di colpa.

Persa la genuinità di una relazione spontanea e salutare con il mondo, fioccano i riconoscimenti formali per salvare il salvabile (spesso animati dalle migliori intenzioni, ma che rischiano di musealizzare e burocratizzare quel poco che resta). Ad ogni modo, è ufficiale: la dieta mediterranea è molto più che un semplice pasto o un elenco di alimenti. «Essa  promuove  l’interazione  sociale,  poiché  il  pasto  in  comune  è  alla  base  dei  costumi sociali  e  delle  festività condivise  da  una  data  comunità,  e  ha  dato  luogo  a  un  notevole  corpus  di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo». Con queste parole l’Unesco ha motivato nel 2010 il riconoscimento della dieta mediterranea come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

E a far la parte del leone in questa immateriale, eppure estremamente concreta, risorsa nostrana sembra essere l’olio d’oliva. Una buona parte dei benefici della dieta dipende infatti dall’utilizzo quotidiano dell’olio d’oliva in cucina, a differenza dell’alimentazione tipica dell’Europa centrale e settentrionale legata ad altri tipi di olio e soprattutto a grassi saturi di origine animale. Un ruolo, quello dell’olio, che chiama in causa un rapporto profondo con la propria terra: l’oliveto è infatti un ecosistema antichissimo che non richiede cure invasive e che, respingendo gli assalti al consumo di suolo, difende il paesaggio con la sua sola presenza. Nella giusta “diaita”, insomma, la salute dell’ambiente e della persona s’incontrano, e l’olio d’oliva è il sigillo di questa alleanza.

a.p.l.

https://www.olitaly.it/olio-extravergine-oliva-un-alimento-nutraceutico/

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